Sono arrivata in aeroporto con 10 ore di anticipo, ho un volo che parte domani mattina alle 6:00 con direzione Uganda. Sono arrivata così presto un po’ per la paura di non svegliarmi e quindi perdere l’aereo e un po’ perché avrei avuto il tempo e modo di dare spazio, scrivendo, alle mie emozioni più intrinseche che solo un luogo come l’aeroporto può riuscire a tirar fuori.

Sono passati ormai giorni dal brutale attacco di Pasqua ai danni di innocenti sull’intera isola dello Sri Lanka, fatto che mi ha colpito in pieno in quanto ho vissuto sull’isola per circa un anno e mezzo, chiamando Colombo, “casa”.
Non riesco a non pensare ogni giorno a ciò che è successo, a ciò che i miei amici hanno dovuto passare e stanno ancora passando tra paura, incertezza, speranza e forza interiore. Ogni giorno, infatti, controllo le news, sia locali che internazionali, dove, purtroppo, ho potuto constatare, leggendo tra le righe, parole di odio nei confronti di una religione in particolare, senza scendere nei dettagli visto che non scrivo per raccontare il fatto; per questo motivo, sento il bisogno di chiarire l’immagine dello Sri Lanka, in quanto testimonianza diretta di ciò che ho visto durante il mio periodo sull’isola:
Premetto che lo Sri Lanka non è un paese terrorista ed il terrorismo non ha religione.
Tamil, Singalesi, Musulmani, Buddisti, Cristiani, Induisti: vivono tutti, pacificamente, come se fossero una sola comunità. Cresciuti nelle stesse scuole, con la stessa passione per il cricket, per la scuola che rappresentano, educati da famiglie provenienti da ogni rango sociale, culturale e religioso.
Non è assolutamente un Paese separato. A dimostrare il fatto recentemente è proprio la comunità Musulmana che invita quella Cristiana delle zone colpite dagli attacchi a pregare nelle moschee, facendo loro guardia; mentre sui social media dei giovani locali continuo a vedere immagini profilo della loro isola con l’hashtag #TogetherWeAreSriLanka, con lunghi post contro il razzismo e contro coloro che, internazionalmente ed erroneamente, promuovono l’immagine di uno Sri Lanka diviso.
Quest’isola non offre solo paesaggi naturali mozzafiato e lunghe spiagge dove potersi rilassare; lo Sri Lanka è un Paese unito che, nonostante la guerra civile durata trent’anni o lo tsunami del 2004, si è sempre rialzato e continuerà a farlo.

Invito i singoli turisti, i viaggiatori e le agenzie di viaggio, a non farsi prendere dalla paura, continuando a pianificare vacanze nella bellissima Perla dell’Oceano Indiano.
Quanto a me, ho già cambiato i piani: se prima avevo scelto la Colombia dove trascorrere le mie vacanze natalizie di quest’anno, beh, direi che è l’ora di rientrare in Sri Lanka!